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Sono 20mila gli espatriati dell’impero asburgico che chiedono la cittadinanza

La legge n. 379 del 2000 concederebbe loro il passaporto italiano anche ai loro discendenti - Sarebbero oltre 20mila i nuovi cittadini che potrebbero aumentare le statistiche italiane. La legge n. 379 del 2000 è stata fatta ad hoc per loro, che sono i discendenti degli espatriati dal Trentino e dalla Venezia Giulia tra il 1867 e il 1920, all’epoca dell’Impero asburgico. Secondo quest’ultima potrebbero ottenere la cittadinanza italiana le persone che sono nate e già residenti nei territori che sono appartenuti all’impero austro-ungarico prima del 16 luglio 1920 ed emigrate all'estero, nonchè ai loro discendenti. Avrebbero dovuto presentare una dichiarazione entro cinque anni dalla data di entrata in vigore della presente legge. Il Viminale conta che sono attualmente aperte oltre 4mila pratiche, e dal momento che ognuno di questi corrisponde a un progenitore, si calcola che sono circa 20 mila i potenziali richiedenti, prevalentemente dal Sud America ma anche dall’ex Iugoslavia.

Un piccolo esercito, insomma, che potrebbe ottenere la cittadinanza italiana. Molti di loro si accontenterebbero di ottenere il passaporto italiano con tutti i benefici che ne derivano e rimarrebbero lì dove sono emigrati tanti anni fa e dove hanno ormai messo su famiglie anche numerose.

Dalle richieste emerge comunque un dato statistiche significativo. I maggiori richiedenti la cittadinanza italiana provengono quasi esclusivamente da Brasile, Argentina, Uruguay e Bosnia. Mentre per l’età sono compresi minori a partire da 14 anni sino ad arrivare agli 85 anni di età.

Adesso anche una docente dell’università La Sapienza di Roma sta collaborando con la commissione del Ministero per ricostruire le storie degli espatriati.

Vedi la legge n. 379 del 14 dicembre 2000

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Mercoledì, 16 Giugno 2010 - a.p.


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