Entrato illegalmente sul territorio nazionale, ha contratto matrimonio in Italia in condizione di soggiorno irregolare. - Un extracomunitario tunisino, entrato clandestinamente in Italia, aveva contratto matrimonio con cittadina di uno Stato membro dell'Unione Europea. Ma si era visto negare il ricorso nella quale chiedeva il permesso di soggiorno per motivi familiari, avendo ritenuto insussistenti i requisiti per la concessione.

Lo stesso aveva però impugnato il decreto, facendo riferimento alla sentenza del 25 luglio 2008 della Corte di Giustizia delle Comunità Europee, che era interpretativa della Direttiva 2004/38/CE, in cui veniva espletato che "il cittadino di un paese terzo, coniuge di un cittadino dell'Unione, soggiornante in uno stato membro di cui non ha la cittadinanza, che accompagni o raggiunga il detto cittadino dell'Unione, gode delle disposizioni di detta direttiva a prescindere dal luogo e dalla data del loro matrimonio, nonchè dalla modalità secondo la quale il detto cittadino di un paese terzo ha fatto ingresso nello Stato membro ospitante".

La sua richiesta finale è stata l'accertamento del proprio diritto alla coesione familiare con la coniuge, cittadina rumena, e per l'effetto disporre il rilascio da parte della Questura competente della carta di soggiorno.

Il provvedimento emesso dal Tribunale di Velletri ha infine accontentato il cittadino tunisino dichiarando di avere diritto alla carta di soggiorno con familiare di cittadino comunitario non avente la cittadinanza di uno Stato membro dell'Unione Europea, ai sensi del'art. 10 D.Lvo 30/2007.

Vedi la sentenza del 6 giugno 2011 della Corte di Appello di Roma

Martedì, 12 Luglio 2011 - a.p.