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Napolitano insiste sulla cittadinanza per i figli di immigrati nati in Italia

E' diritto elementare, ma dovrebbe anche corrispondere ad una visione della nostra nazione - E' già la seconda volta in pochi giorni che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano torna a parlare della concessione della cittadinanza ai bambini stranieri nati in terra italica. La procedura si chiama "ius soli" e il presidente chiede apertamente al Governo di abbandonare lo "ius sanguinis ", che consiste nell'acquisizione della cittadinanza per il fatto della nascita da un genitore già in possesso della cittadinanza.

"Mi auguro - ha detto - che in Parlamento si possa affrontare anche la questione della cittadinanza ai bambini nati in Italia da immigrati stranieri. Negarla è un'autentica follia, un'assurdità. I bambini hanno questa aspirazione".

Il Partito Democratico è completamente d'accordo con Napolitano e si dice fermamente convinta di sostenere in Parlamento, qualsiasi novità legislativa a riguardo. Si astiene per adesso il Popolo delle Libertà, mentre è guerra aperta con gli esponenti della Lega Nord, guidati da Roberto Maroni, ex Ministro dell'Interno del governo Berlusconi.

Ancora in esame la legge Sarubbi-Granata, che era stata firmata in maniera bipartisan da diversi esponenti di tanti partiti politici e chiedeva la riduzione da 10 a 5 anni del periodo di tempo necessario a uno straniero per poter chiedere di diventare cittadino italiano e il passaggio - appunto - dallo "ius sanguinis" allo "ius soli" per i figli di genitori legalmente soggiornanti e residenti in Italia da 5 anni.


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Mercoledì, 23 Novembre 2011 - a.p.


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