Il ricorrente si era anche rivolto alle autorità locali, ma senza nessun riscontro - Dopo il diniego da parte della Commissione Territoriale di Roma, il cittadino originario del Ghana ha proposto ricorso dinanzi al Tribunale amministrativo per la stessa domanda di protezione internazionale, la quale era stata avanzata per motivi di persecuzione da parte dei propri parenti. Il cittadino extracomunitario viveva con la propria famiglia in un villaggio ghanese e il padre era il sacerdote che celebrava i riti tradizionali.

Quando la sua famiglia ha scoperto la sua conversione al cristianesimo, lo stesso è stato costretto a fuggire dal proprio Paese per paura di essere ucciso dai suoi parenti. Secondo la sentenza del Tribunale di Roma del 13 gennaio scorso, infatti, la sua richiesta deve essere accertata perchè ha fornito sufficienti elementi di prova circa i fatti raccontati durante l'audizione in Commissione.

Come anche richiamato dall'art. 1 della Convezione di Ginevra, si definisce “rifugiato chi, temendo con ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si trova fuori del Paese di cui è cittadino e non può o non vuole, a causa di questo timore, avvalersi della protezione di questo Paese”.

La sentenza del Tribunale di Roma dunque accoglie la sua domanda perchè pertinente con i richiami giurisprudenziali e giuridici del caso.

Sentenza n.19 del 21 gennaio 2013 Tribunale di Roma

Protezione internazionale - conversione al cristianesimo - Convenzione di Ginevra - status di rifugiato – elementi identificativi dello status - persecuzioni religiose ed incapacità dello Stato di fornire protezione

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Venerdì, 8 Febbraio 2013 - a.p.