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Flussi migratori, in calo a causa della crisi economica

Uno studio ha presentato dati sconcercanti: aumenteranno gli ultraottantenni e non si potranno più mantenere le pensioni minime d'anzianità - Negli ultimi dieci anni o forse di più il Paese Italia è diventato un crocevia per l'arrivo di migranti. I grandi flussi migratori degli ultimi anni sono tutti passati per il nostro Paese, e anche se per la maggiorparte di loro si sono aperte nuove strade, l'Italia ha rappresentato il primo approccio per entrare in Europa. La nuova crisi mondiale invece, che rispecchia l'andamento economico italiano, invece, promette che nel corso dei prossimi anni, una riduzione drastica del fenomeno immigrazione, dovuto essenzialmente alla crisi che sta investendo il nostro Paese.

Gli attuali 4,2 milioni di migranti in regola con il permesso di soggiorno, che pagano tasse e contributi potrebbero scegliere di cambiare Paese alla luce della sostanziale diminuizione delle buste paga, nonchè dei posti di lavoro e il conseguente aumento del costo di tutta una serie di servizi (scuola, luce, gas, carburanti) che prima invece tutte le famiglie riuscivano a sostenere.

E' evidente come dal 1991 ad oggi c'è stato un grande salto di qualità: dai 356 mila stranieri residenti si è passati agli oltre 4milioni, ma questi dati potrebbero cambiare presto. Le prime indagini di mercato non rispecchiano le medie europee e quindi l'Italia è nettamente sfavorita sotto questo punto di vista rispetto alle altre Nazioni appetibili d'Europa.

Un dato su tutti riguarda il mercato del lavoro e le pensioni; calcola infatti che i cittadini in età lavorativa sono destinati a diminuire già tra il 2015 e il 2030, e saranno dimezzati dal 2030 in poi: questo non fa altro che aumentare la quota degli ultraottantenni a cui corrispondere una pensione di anzianità e senza un adeguato apporto migratorio si rischia seriamente di non mantenere un "normale" livello di reddito minimo.


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Mercoledì, 22 Gennaio 2014 - Andrea Parisi


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