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Schengen, Europa rischia il prolungamento dei controlli fino a due anni

Ipotesi prevista da un articolo del Trattato in presenza di una situazione eccezionale - Il Trattato di Schengen è entrato in vigore nel 1985, anno in cui Francia, Germania, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo hanno firmato l'accordo. Da allora molti altri Paesi hanno aderito all'accordo come ad esempio l'Italia che lo ha fatto nel 1990, mentre altre come l'Irlanda e il Regno Unito non hanno aderito alla convenzione esercitando la cosiddetta clausola di esclusione. Ad oggi sono 26 i paesi che ne fanno parte, di cui 22 membri dell'Unione europea e quattro non membri (Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera). Inoltre ci sono anche altri 4 paesi che non ne fanno parte perchè il trattato non è ancora entrato in vigore e sono Bulgaria, Cipro, Croazia, e Romania.

Cosa prevede? Lo spazio Schengen altro non è che una zona dove le persone possono circolare liberamente senza controlli alle frontiere. Alcuni paesi recentemente hanno invece cambiato idea: la Germania lo ha fatto lo scorso settembre, poi sono arrivate Austria e Slovenia; la Francia a novembre a causa degli attacchi terroristici di Parigi; a gennaio anche Svezia e Danimarca. Questa situazione ha evidenziato tutte le perplessità e i problemi di sicurezza, mentre altri lo hanno fatto per arginare notevolmente il flusso dei migranti non in regola con i permessi di soggiorno che normalmente si spostano nel nord Europa.

Per questi motivi sembra che altri Paesi europei vogliono reintrodurre i controlli frontalieri che costerebbe principalmente ai paesi del sud del vecchio continente (in primis Italia e Grecia) il sobbarcamento di ingenti risorse umane e finanziarie per affrontare l'afflusso di migranti che da oggi fino in estate investirà l'Europa. Naturalmente il governo italiano è in prima linea per discutere di evitare le richiesta di sospensione del Trattato di Schengen. C'è tempo fino a maggio "ma se questa tendenza alla chiusura delle frontiere, che divide l'Ue, prendesse corpo, con la chiusura delle rotte balcaniche, i migranti potrebbero riprendere ad attraversare il mare o ad arrivare in Italia da Grecia e Albania. Con centinaia di migliaia di persone ai valichi alpini, il che renderebbe necessario allestire altri centri di accoglienza sul Brennero e a Tarvisio" - ha affermato il ministro dell'Interno, Angelino Alfano.

Il vero rischio, da discutere per il prossimo vertice Ue di metà febbraio, è il prolungamento dei controlli fino a due anni, un'opzione consentita dall'articolo 26 del Codice Schengen in presenza di una situazione eccezionale. Un'ipotesi che non sembra più così lontana.

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Giovedì, 4 Febbraio 2016 - Andrea Parisi


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