Immigrati: Amato gioca a fare il 'dottor Sottile' finisce con l'essere solamente ambiguo.


Critiche al ministro dell'Interno su irregolari e velo islamico

a.p.

Quando il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, gioca a fare il 'dottor Sottile' finisce con l'essere solamente ambiguo. Come gli è accaduto a Firenze, alla Conferenza nazionale sull'immigrazione. Dove, da un lato, ha ribadito l'intenzione di favorire l'immigrazione regolare e, dall'altro lato, ha cercato di giustificare comunque i comportamenti degli immigrati clandestini in base ad astratte categorie sociologiche": lo sostiene il senatore di Forza Italia Paolo Amato.

"Se è vero che portare il velo è, in taluni casi, 'espressione di identità', è pur vero che tale identità deve essere compatibile con i valori e le leggi di una società che crede nei principi assoluti della libertà e democrazia, a partire dal principio di eguaglianza tra uomo e donna", aggiunge il senatore Amato. "Senza parlare del fatto che un ministro dell'Interno dovrebbe comunque conoscere - e temere - il significato simbolico che il velo ha assunto nell'ambito della strategia di penetrazione dell'integralismo islamico e dell'offensiva jihadista contro la modernità e le tradizioni dell'Occidente".

Secondo l'esponente azzurro, "il declino di un Paese inizia quando esso abdica alla propria identità. Ed a tale declino il Governo Prodi ed il suo ministro dell'Interno stanno dando, purtroppo, un contributo significativo".