L’invasione degli stranieri, nel 2007, la percentuale di extracomunitari presso imprese artigiane di nuova fondazione è stata pari al 25,3%.


Sono già oltre 3200 in Alto Adige le aziende fondate da cittadini non Ue

l'espresso

In tutto l’Alto Adige la presenza di lavoratori stranieri è sensibilmente cresciuta. Dall' edilizia alla sanità, dalle fabbriche alle attività commerciali, dal terziario all’artigianato la crescente percentuale di lavoratori stranieri è acclarata.

Il direttore generale dell’Apa Hanspeter Munter osserva che: «Un fondatore di azienda artigiana su cinque oggi non è cittadino dell’Ue. Adesso c’è bisogno di qualifiche minime».
Ciò vuol dire che nel 2006 il 19% delel nuove aziende artigiane era costituita da un lavoratore proveniente da un paese extracomunitario. Il direttore Apa Hanspeter Munter sollecita quindi di integrare l’ordinamento dell’artigianato con una qualifica minima prevista per i fondatori di nuove imprese.

«Nel 2004 i fondatori di nuove imprese nel settore dell’artigianato provenienti da paesi extracomunitari erano il nove per cento; nel 2006 sono già diventati il 19% - osserva Munter - Per il 2007 l’APA prevede un ulteriore drastico aumento. Già nella prima metà del 2007, la percentuale di extracomunitari presso imprese artigiane di nuova fondazione è stata pari al 25,3%. Queste cifre sono state rilevate dall’Apa in base ai dati della Camera di commercio. Secondo l’Ire (Istituto austriaco di ricerca economica), in Alto Adige ci sono già 3262 imprese straniere (ultimo aggiornamento: giugno 2007)».

Secondo il direttore dell’Apa Hanspeter Munter sono soprattutto due le cause dell’ingente crescita dei fondatori extracomunitari degli ultimi tre anni: «Una causa è naturalmente l’aumento dell’immigrazione dai paesi extracomunitari; inoltre, un notevole stimolo era rappresentato dal fatto che i contributi regionali per i fondatori di imprese venivano concessi in modo incontrollato. L’Apa ha ora reagito a questa situazione, ottenendo dalla Giunta regionale che i criteri di promozione economica implichino anche una qualifica minima obbligatoria. In futuro riceveranno incentivi soltanto i fondatori di imprese in grado di documentare una formazione professionale qualificata e la relativa esperienza professionale».

Ora Munter chiede che anche all’ordinamento dell’artigianato si aggiunga il riferimento obbligatorio alla qualifica minima. «Nell’interesse della sicurezza sul lavoro e della protezione dei consumatori abbiamo bisogno di presupposti chiari e vincolanti per l’accesso alla professione artigianale». Secondo il direttore Apa, il massiccio aumento dei fondatori d’imprese nel settore dell’artigianato di paesi extracomunitari potrebbe così essere frenato. Munter chiarisce che ciò non riguarda i lavoratori stranieri assunti nelle aziende.

Stiamo parlando della problematica per cui molti lavoratori autonomi extracomunitari vengono da noi senza controllo e senza qualifiche professionali e, grazie ad incentivi, fondano pseudo-aziende o comunque aziende destinate a fallire per mancanza di esperienza afferma Munter.