Comitato per la promozione e protezione dei diritti umani


Italia, attenta: l’Italia ti osserva.

a.p.

Dall’assunzione dell’incarico come nuovo membro del Consiglio delle Nazioni Unite, è stato presentato a Roma il Rapporto di monitoraggio delle ONG sull’applicazione delle raccomandazioni ONU sui Diritti i Umani.
“Dal 20 giugno 2007 per tre anni, l’Italia sarà membro del nuovo Consiglio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani.
Come tale l’Italia assume il solenne impegno di adoperarsi per rafforzare la promozione e protezione dei Diritti Umani e l’adeguamento agli standard internazionali dei Diritti Umani ovunque nel mondo, Italia compresa. - Dichiara Carola Carazzone, portavoce del Comitato per la promozione e protezione dei diritti umani -

Sarà diritto e dovere delle organizzazioni non governative italiane sollevare le inadempienze dell’Italia a tali obblighi internazionali e chiedere al Governo italiano coerenza, trasparenza e maggiore impegno. Una fotografia reale di quanto fatto e di quanto c’è da fare su questo fronte è impressa nel rapporto di monitoraggio che presentiamo.

Chiediamo al Parlamento l’immediata costituzione di una Istituzione nazionale indipendente e autorevole conforme ai Principi di Parigi, giacché l’Italia, oggi fanalino di coda non solo a livello europeo, sconta un ritardo di 14 anni rispetto alla risoluzione della Assemblea Generale delle Nazioni Unite, poiché tutte raccomandazioni dei Comitati ONU all’Italia ci chiedono di rispettare i Principi di Parigi e perché siamo inadempienti anche alla risoluzione del Consiglio d’Europa del 1997. Chiediamo al Governo di definire la posizione in merito a 3 questioni.

Basta ai due pesi e due misure. I diritti umani non sono diritti dei cittadini, sono diritti di ogni uomo e di ogni donna sulla terra. Se l’Italia promuove la campagna per la moratoria mondiale alla pena di morte, allora deve impegnarsi anche per la giustiziabilità di tutti i diritti, compresi il diritto all’acqua, al cibo, alle cure sanitarie di base. I diritti economici, sociali e culturali sono diritti umani come quelli civili e politici, e non di secondo rango!

L’Italia deve promuovere un protocollo opzionale al Patto sui diritti economici, sociali e culturali: chiediamo a tal proposito un impegno dell’Italia come membro del Consiglio Diritti Umani dell’ONU che consenta i ricorsi individuali al Comitato ONU in caso di violazione. L’Italia deve impegnarsi per la responsabilità legale delle imprese in materia di Diritti Umani; deve procedere alla ratifica del Protocollo Opzionale della convenzione contro la Tortura e della Convenzione ONU sui diritti dei lavoratori migranti; deve adeguare il proprio ordinamento giuridico per la piena l’operatività dello Statuto della Corte Penale Internazionale.

Per raggiungere obiettivi tanto importanti e quanto improrogabili, l’occhio della società civile è - e sarà - sempre vigile e le sue azioni incisive”.
Alla vigilia di un appuntamento importante per l’Italia, quello dell’assunzione ufficiale dell’incarico come nuovo Membro del Consiglio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani e alla luce dei precisi impegni assunti dal Governo per l’occasione, emerge dunque la voce della società civile, delle Associazioni e delle ONG riunite nel Comitato per la promozione e protezione dei Diritti umani, con la presentazione di un Rapporto che fotografa, attraverso un monitoraggio sistematico, la situazione nel nostro Paese.

Il Rapporto, 168 pagine suddivise in sezioni tematiche, propone un’analisi integrata dello stato di applicazione nel nostro Paese delle raccomandazioni ONU al Governo italiano partendo - per ciascun capitolo - dal quadro generale di attuazione dei Patti per svilupparsi poi nell’inquadramento della tematica sulla base della situazione oggetto di preoccupazione dei Comitati delle Nazioni Unite, nell’esame del quadro giuridico di riferimento in materia e dello stato di attuazione c/o Casa del Volontariato - Via F. Corridoni, 13 - 00195 Roma Tel: 06.3722654/154 - Fax: 06.3722492 - Cell: 329.1154304 Comitato per la promozione e protezione dei diritti umani della specifica raccomandazione, per poi chiudere con le raccomandazioni delle organizzazione non governative. La completezza e l’organicità delle varie sezioni del rapporto consentono sia una lettura trasversale del complesso della trattazione sia di ciascun capitolo singolarmente. Il rapporto, per la prima volta con un’operazione di monitoraggio di questo tipo da parte delle ONG italiane, analizza e presenta con chiarezza i vari ambiti di criticità come base per la costruzione di un dialogo aperto e costruttivo tra società civile e istituzioni verso il rafforzamento di una cultura diffusa dei Diritti Umani.