Povertà: la donna straniera la più colpita


Nel Nord Italia si registrano livelli di povertà superiori alla media nazionale

alice.it

Donna, per lo più straniera, spesso da sola o con figli piccoli e bisognosa di beni materiali (vestiti, alimenti) o di lavoro, ma anche semplicemente di essere ascoltata. Questo l'identikit di chi si rivolge ai centri di ascolto della Carita dislocati in Lombardia, una regione nelal quale si sta verificando un "preoccupante scivolamento graduale verso la povertà della classe media, per la quale è facile oggi precipitare nel bisogno a causa di una malattia, di una separazione del coniuge, della perdita del posto di lavoro".

E' quanto emerge dal terzo dossier regionale sulla povertà in Lombardia elaborato dalla Caritas raccogliendo ed elaborando i dati relativi ai 3.850 utenti che si sono rivolti a 18 centri di ascolto nel semestre aprile-settembre 2006. I centri del campione sono dislocati nelle dieci diocesi lombarde: Bergamo, Brescia, Como, Crema, Cremona, Lodi, Mantova, Milano, Pavia e Vigevano.

Il direttore della Caritas Ambrosiana, don Roberto Davanzo e monsignor Giuseppe Merisi, vescovo di Lodi e membro della Commissione Episcopale per il servizio della carità hanno spiegato che a combattere quotidianamente contro la povertà assoluta sono soprattutto le donne immigrate, mentre per quanto riguarda la povertà relativa la crisi tocca soprattutto le famiglie monoreddito con figli.

Nonostante in Italia il numero di famiglie che vivono sotto la soglia di povertà sia cresciuto dal 2004 al 2005 dell'1,8%, in Lombardia la 'linea della povertà' sembra tenere e rimane stabile al 3,7%. Le famiglie che l'Istat definisce povere in termini relativi sono caratterizzate da un numero elevato di componenti, dalla presenza di figli minori o di anziani, da un basso livello di istruzione e da una ridotta partecipazione al mercato del lavoro. Inoltre, nel Nord Italia si registrano livelli di povertà superiori alla media nazionale per le famiglie monogenitoriali.

A rivolgersi ai centri di ascolto sono pertanto soprattutto le donne (55,9%) e gli stranieri (75,3%). Chi chiede aiuto alla Caritas in LOmbardia vive solo nel 24% dei casi, ma più spesso con il partner o dei figli (51%): il 37,7% del campione ha dichiarato di essere in possesso di una licenza media inferiore ma se tra gli italiani prevalgono titoli di studio medio-bassi, tra gli stranieri molti sono diplomati o laureati.

Nonostante questi, il 73,8% delle persone al momento del colloquio sono disoccupate. E proprio i problemi di occupazione sono il bisogno espresso con maggiore frequenza (63% del totale, 67,7% tra gli stranieri), seguiti dalla povertà e dal disagio economico (55,6%) e dalle problematiche abitative (34,2%). Tra le richieste avanzate alla Caritas la più frequente è quella di beni e servizi (54,2%), seguita da una esigenza di 'ascolto' (36,9%) e di lavoro (32,2%).

Con 9.475.202 abitanti, la Lombardia si conferma la regione più popolosa d'Italia, nella quale risiede un terzo della popolazione totale del Nord del paese. Nella sola provincia di Milano risiede il 40% circa della popolazione regionale. Gli indicatori parlano di un tasso di fecondità per il 2005 pari a 1,35, simile alla media nazionale ma in lieve crescita sui valori del secolo scorso: nonostante questo andamento, la percentuale di persone di età compresa tra 0 e 14 anni è stabilmente al di sotto del 14% dal 2001.

Viceversa, aumentano gli anziani passati dal 18,2% del popolazione lombarda del 2001 al 19,5% del 2005. Il numero dei matrimoni resta al di sotto della media nazionale, 3,8 per mille abitanti a fronte dei 4,3 di media e il matrimonio religioso (60%) continua a essere preferito a quello civile, anche se in misura inferiore al resto d'Italia (67%). In aumento e in percentuale superiore al resto del paese i tassi di separazione e di divorzio, che in Lombardia si attestano al 171,4 e al 92,4 contro il 143 e il 77,5 della media nazionale.

Al primo gennaio 2005 la popolazione straniera residente in Lombardia era di 594.279 persone, il 46,4% delle quali donne, ma già al 31 dicembre dello stesso anno il numero era salito a 665.884. In pole position i marocchini (77.206) seguiti dagli albanesi (69731) e dai rumeni (48.704).

La Cina è al sesto posto dopo Egitto e Filippine, con 30.335 residenti, al settimo e all'ottavo ci sono gli ecuadoregni e i peruviani. Il dato sugli stranieri residenti, cioè iscritti all'anagrafe, si differenzia da quello sugli immigrati con permesso di soggiorno che, in LOmbardia, rappresentano quasi un quarto di quelli presenti su tutto il territorio nazionale: con 711.059 la Lombardia è la regione con il numero più alto di permessi di soggiorno, il 23,4%, 21,1% dei quali minori e 46,2% donne.

Per quanto riguarda l'incidenza della popolazione straniera con permesso di soggiorno rispetto ai residenti è Brescia la provincia con la percentuale più elevata, il 10,2%. Un capitolo a parte sono gli stranieri clandestini, che secondo la Fondazione Ismu al 1 luglio 2006 sarebbero tra i 130.000 e i 174.000, con un aumento significativo di quelli provenienti dall'Est Europa.