UE. Revoca della protezione internazionale per chi torna in patria
Espulsioni priorità fondamentale -
Il tema sollevato dal commissario europeo agli Affari interni Brunner Magnus è particolarmente delicato e riguarda l'applicazione della Direttiva 2011/95/UE, nota anche come Direttiva Qualifiche, che stabilisce le norme per il riconoscimento e la revoca della protezione internazionale all'interno dell'Unione Europea.
Secondo quanto dichiarato, il ritorno temporaneo dei beneficiari di protezione internazionale nel Paese d'origine può comportare conseguenze significative, inclusa la possibilità di perdere tale status.
La normativa europea prevede che lo status di rifugiato possa essere revocato se viene dimostrato che la persona:
Ha cessato di essere un rifugiato, perché non sussistono più i timori di persecuzione che hanno portato al riconoscimento della protezione.
Si è volontariamente avvalsa della protezione del Paese di origine, ad esempio rientrandovi e dimostrando, con tale atto, una fiducia rinnovata nelle istituzioni e nella sicurezza del Paese.
La dichiarazione del commissario evidenzia una problematica concreta: il rischio che i beneficiari di protezione internazionale abusino del sistema, rientrando nel loro Paese per motivi personali o familiari, senza informare le autorità europee.
Questo comportamento può sollevare dubbi sulla persistenza delle ragioni che hanno giustificato il riconoscimento dello status.
Inoltre, la visita del commissario europeo ad Atene e il suo incontro con il premier greco Kyriakos Mitsotakis mettono in evidenza le crescenti pressioni che l'immigrazione illegale esercita sulla Grecia e sull'intero blocco europeo.
Durante l'incontro, il commissario ha sottolineato l'urgenza di affrontare il fenomeno e ha ribadito che le espulsioni rappresentano una priorità fondamentale per l'Unione Europea.
Venerdì, 17 Gennaio 2025 - a.p.
Per inserire un commento, devi essere registrato. Registrati oppure inserisci username e password in alto.