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Troppo stress per gli immigrati. A Milano un ambulatorio per la cura

L’ ansia e la depressione che non viene curata peggiora la situazione - Sono più ansiosi del solito e lo stress è causato dal vertiginoso stile di vita che conducono, prodotto anche e soprattutto dalle lungaggini burocratiche del nostro paese a cui non sono abituati. Si chiama etnopsichiatria e colpisce ormai molti immigrati. Quando la malattia è aggravata, è l’equipe di medici, psicologi ed assistenti sociali del reparto del Niguarda e l´ambulatorio del Naga di Milano che intervengono. Ma come si può spiegare questo stress? Gli esperti sono d’accordo nel ritenere che sono tre le ragioni fondamentali: un´emigrazione traumatica, un viaggio difficile, un divario culturale troppo forte da reggere.

''Quelli che più di frequente mostrano situazioni di difficoltà sono i nordafricani, anche perché sono i più numerosi'' spiega il professor Leo Nahon, responsabile del reparto di Psichiatria 3 dell´ospedale Niguarda, in cui convergono i pazienti Milano e di buona parte dell´hinterland della città lombarda. ''Accogliamo i casi più acuti. In tutto abbiamo tra i 400 e i 500 casi all´anno. I più frequenti riguardano patologie di tipo schizofrenico, per lo più, di disturbo bipolare o di personalità borderline. Spesso questi stati di sofferenza sono aggravati, o addirittura scatenati, da uso o abuso di sostanze, come i cannabinoidi". Il vero problema per questo tipo di pazienti però inizia quando il ricovero finisce: ''Chi può uscire viene indirizzato ai centri psicosociali di competenza. Ma in pochi continuano con una terapia prolungata. Si tratta di pazienti che tendono a spostarsi e a cambiare città in fretta: la loro priorità è sempre lavorare, non curarsi''.

Questo è il risultato di un’attenta analisi ottenuta negli ultimi anni, in cui si sono evidenziate queste patologie soprattutto nei migranti che avevano attraversato il mare ed erano rimasti per diversi giorni in balia delle onde prima di sbarcare sulle nostre coste. ''I nostri pazienti - dice Anna Felcher, responsabile dei servizi psichiatrici del Naga - spesso sono in Italia da poco, magari sono in transito. Per lo più non hanno il permesso di soggiorno. Il loro malessere è generalmente successivo all´arrivo. Per quello che sappiamo dei processi migratori, quelli che partono sono i migliori della comunità di origine, i soggetti più forti dal punto di vista fisico e mentale. L’analisi clinica è che si ammalano qui''.

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Giovedì, 27 Maggio 2010 - a.p.


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