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La direttiva rimpatrio approvata dall'UE. Cos'è e cosa comporta?

La direttiva rimpatrio approvata dall'UE. Cos'è e cosa comporta

Il si alla "direttiva rimpatri" della Commissione Europea si scontra con la protesta di associazione del calibro di Amnesty International, Save the Children ed altri. Quali sono gli aspetti di questa direttiva e cosa prevede?

La Commissione europea presenta la proposta di legge sul rimpatrio degli immigrati irregolari nel settembre 2005. Successivamente la commissione per le libertà civili, giustizia ed affari interni del Parlamento europeo adotta un testo di ammenda della proposta della Commissione chiamato rapporto "Manfred Weber" dal nome del suo relatore, che viene approvato in data 18 Giugno 2008 senza nessuna modifica.

Il testo prevede un approccio in due tappe: un periodo di "rimpatrio volontario", richiesta fatta esplicitamente all'immigrato ed in seguito a rifiuto sarà seguita da una "decisione di rimpatrio", che equivale all'allontanamento dello stesso. In quest'ultimo caso, sarà l'autorità giudiziaria a decidere che, nel caso in cui la persona interessata rischia di sottrarsi alla decisione, può essere deciso di collocarla in un centro di custodia temporanea.

Il testo prevede anche la durata della permanenza, che attualmente è illimitata in alcuni Stati membri, e prevede inoltre gli standard comuni sulle condizioni di trattenimento degli immigrati, salvaguardando l'aspetto "umanitario" del progetto di legge. Verrà aumentata la durata della custodia temporanea in caso di persone che abbiano già avuto problemi con la legge, evitando però i rimpatri arbitrari o collettivi. Non è escluso comunque che il cittadino extracomunitario con espulsione in mano possa vedersi imporre un periodo di "divieto di reingresso" nel territorio dell'UE.

"Serve una direttiva comune ed una regolamentazione necessaria" dicono i sostenitori della proposta di legge. Dall'altra parte della barricata insorgono i deputati del Gruppo della sinistra unitaria (Gue) i Verdi e Socialisti dell'europarlamento che affermano che "la direttiva sui rimpatri costituisce un ostacolo al diritto d'asilo in Europa". Affianco a loro si schiera anche la protesta di Irene Khan, della segreteria generale di Amnesty International: "Nessuna sicurezza e dignità per gli immigrati rimpatriati forzatamente e nessuna garanzia per la tutela dei minori".

 

di Andrea Parisi - fondatore e autore di Immigrazione.biz
18/06/2008