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Amato: rendere illegale la prostituzione

Il ministro rilancia: proibirla come in Svezia e punire i clienti - Finora ci hanno provato inutilmente i sindaci lavorando di fantasia, con le multe per «intralcio alla circolazione» e le telecamere piazzate nelle strade del sesso a pagamento. Quattro anni fa ci aveva pensato anche il governo Berlusconi con un disegno di legge (fino a 4 mila euro di multa) approvato in consiglio dei ministri e poi dimenticato in Parlamento. Questa volta a rilanciare la proposta è il ministro dell'Interno Giuliano Amato: per eliminare la prostituzione bisogna renderla illegale, non basta punire gli sfruttatori come avviene adesso ma bisogna colpire i clienti.

LA PROPOSTA — «Mi sono permesso di recare scandalo in questo Paese — dice Amato intervistato da Gianni Riotta per Tv7 — prospettando l'ipotesi che anche il cliente possa essere coinvolto in trattamenti negativi». Sta pensando ad un reato specifico, gli chiede il direttore del Tg1? «Non lo so — risponde il ministro —, ma non c'è dubbio che un Paese da tutti ritenuto progressista come la Svezia è una mosca bianca in Europa che ha una legge che proibisce la prostituzione».

LE REGOLE — Non è la prima volta che Amato usa questo argomento. Anzi, è un suo vecchio pallino. La prima volta Amato ne aveva parlato addirittura nel 1999 e finora aveva sempre specificato che il reato dovesse scattare per i clienti di prostitute minorenni. Questa volta parla più genericamente di modello svedese: in Svezia i clienti delle prostitute, anche maggiorenni, sono puniti con il carcere fino a sei mesi o con una multa che può arrivare fino a 140 mila euro.

I DUBBI — Quella di Amato è solo una convinzione personale che, almeno per il momento, non si trasformerà in un disegno di legge del governo. Nello studio di Tv7 si parlava della morte di Vanessa Russo, la ragazza uccisa nella metropolitana della Capitale da una prostituta rumena. È stato a quel punto che il discorso si è spostato su come affrontare il problema: «Questa ragazze vengono in Italia — ha detto Amato — e se possono fare le prostitute loro ci mettono i loro corpi e noi ci mettiamo i loro clienti». Ma anche se considerata una semplice traccia di lavoro, l'idea suscita qualche perplessità nella maggioranza. Dice Marina Sereni, vicecapogruppo dell'Ulivo alla Camera: «Amato fa bene a porre la questione perché le soluzioni tentate finora non hanno risolto il problema». Ma la sua è solo una premessa: «Credo tuttavia che un provvedimento del genere potrebbe paradossalmente peggiorare le cose e produrre fenomeni che forse danno meno allarme sociale ma non per questo meno negativi.

In sostanza rendere la prostituzione più clandestina e quindi ancora più difficile da colpire». Sono le stesse parole usate nel 2000 da Anna Finocchiaro, allora presidente della commissione Giustizia della Camera, quando Amato rilanciò per la seconda volta la sua idea: «Le intenzioni di Amato — disse all'epoca l'attuale capogruppo dell'Ulivo al Senato — sono lodevoli ma si rischia di spostare la prostituzione dalla strada ad altri luoghi clandestini. E così diventerebbe più difficile da individuare e da reprimere». Allora non se ne fece nulla. Questa volta si vedrà. 05 maggio 2007

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Sabato, 5 Maggio 2007 - corrieredellasera.it


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