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Progetto di relazione sulle priorità politiche nella lotta contro l'immigrazione clandestina di cittadini di paesi terzi

Parlamento Europeo - Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni - Proposta di risoluzione del Parlamento europeo sulle priorità politiche nella lotta contro l'immigrazione clandestina di cittadini di paesi terzi

Il Parlamento europeo,

– vista la comunicazione della Commissione riguardante le priorità politiche nella lotta contro l'immigrazione clandestina di cittadini di paesi terzi (COM(2006)0402),

– vista la comunicazione della Commissione sul programma d'azione sull'immigrazione legale (COM(2005)0669), e la sua risoluzione in materia del ..........,

– visto il parere del Comitato delle Regioni, del 26 febbraio 2007, sul "Piano d'azione sull'immigrazione legale, lotta contro l'immigrazione clandestina, futuro della rete europea sulle migrazioni "(CdR 233/2006 def.),

– viste le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo, del 4 e 5 novembre 2004, e il programma dell'Aia ivi allegato[1],

– vista la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo "L'approccio globale in materia di migrazione un anno dopo: verso una politica europea globale della migrazione" (COM(2006)0735),

– visto l'approccio globale quale ribadito dalle conclusioni della presidenza a seguito del Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre 2006,

– vista la sua risoluzione, del 9 giugno 2005, sui legami tra immigrazione legale clandestina ed integrazione dei migranti[2],

– vista la sua risoluzione, del 28 settembre 2006, sulla politica comune d'immigrazione[3] in cui deplorava che "a sette anni dall'adozione del programma di Tampere, l'Unione europea non dispone di una politica coerente in materia di immigrazione",

– vista la sua risoluzione, del 15 febbraio 2007, sui profughi provenienti dall'Iraq[4],

– vista la decisione 2006/688/CE del Consiglio, del 5 ottobre 2006, che istituisce un meccanismo d'informazione reciproca sulle misure degli Stati membri nei settori dell'asilo e dell'immigrazione[5],

– vista la sua posizione in prima lettura, del 14 marzo 2007, sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alle statistiche comunitarie in materia di migrazioni e di protezione internazionale (COM(2005)0375 – C6-0279/2005 – 2005/0156(COD))[6],

– visto il risultato della conferenza ministeriale UE-Africa sulle migrazioni e lo sviluppo svoltasi a Rabat il 10-11 luglio 2006,

– vista la dichiarazione congiunta Africa-UE sulla migrazione e lo sviluppo, adottata in occasione della Conferenza ministeriale UE-Africa svoltasi a Tripoli il 22-23 novembre 2006,

– visto il piano d'azione contro la tratta di esseri umani adottato dal Consiglio l'1-2 dicembre 2005,

– vista la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni intitolata "Applicazione dell'approccio globale in materia di migrazione alle aree orientali e sud-orientali vicine all'Unione europea" (COM(2007)0247),

– vista la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni intitolata relativa alla migrazione circolare e partenariati per la mobilità tra l'Unione europea e i paesi terzi (COM(2007)0248),

– vista la proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che introduce sanzioni contro i datori di lavoro che impiegano cittadini di paesi terzi soggiornanti illegalmente nell'Unione (COM(2007)0249),

– vista la sua posizione in prima lettura, del 26 aprile 2007, sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un meccanismo per la creazione di squadre di intervento rapide alle frontiere e modifica il regolamento (CE) n. 2007/2004 del Consiglio limitatamente a tale meccanismo (COM(2006)0401 – C6-0253/2006 - 2006/0140(COD))[7],

– visto il trattato di Amsterdam, che conferisce alla Comunità poteri e responsabilità nei settori dell'immigrazione e dell'asilo, e l'articolo 63 del trattato CE,

– visto l'articolo 45 del suo regolamento,

– visti la relazione della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni e i pareri della commissione per gli affari esteri e della commissione per lo sviluppo (A6‑0000/2007),

A. considerando che secondo le stime, peraltro poco convergenti, il numero di cittadini di paesi terzi che soggiornano irregolarmente nell'Unione europea oscilla tra i 4,5 e gli 8 milioni di persone; che è importante migliorare la qualità e la coerenza dell'informazione statistica disponibile,

B. considerando che la dimensione dei fenomeni migratori supera la capacità degli Stati membri di gestirli da soli e che è pertanto necessario un approccio globale coerente dell'immigrazione; che l'assenza di una risposta adeguata all'arrivo di immigrati clandestini alle frontiere dell'Unione evidenzia sia l'insufficiente solidarietà tra Stati membri che la mancanza di coordinamento delle politiche nonostante le dichiarazioni e gli impegni presi,

C. considerando che una politica comune dell'immigrazione nell'Unione europea esige il rispetto tra Stati membri dei principi seguenti: solidarietà, responsabilità condivisa, fiducia reciproca e trasparenza,

D. considerando che la politica di immigrazione deve essere globale e dunque tener conto di una moltitudine di aspetti, segnatamente: la lotta contro l'immigrazione clandestina, il miglioramento necessario dei canali d'immigrazione legale, le cause dell'immigrazione dai paesi terzi (sottosviluppo, miseria, guerre, regimi dittatoriali, istituzioni statali assenti, conseguenze del cambiamento climatico e di catastrofi ambientali, ecc.), i fattori di attrazione verso l'Unione (livello di vita, democrazia, pace, possibilità di occupazione, anche irregolare, ecc.); i bisogni demografici ed economici degli Stati membri; la coerenza delle azioni condotte a livello locale, nazionale ed europeo; la questione dell'integrazione e del multiculturalismo; il rispetto dei diritti fondamentali e in particolare del diritto d'asilo e di non respingimento, la lotta contro il razzismo e la xenofobia;

E. considerando che la lotta contro la tratta di esseri umani costituisce una priorità per l'Unione, in particolare al fine di ridurre la tratta delle persone più vulnerabili quali le donne e i bambini e di smantellare le reti e sgominare le mafie che ne traggono profitto,

F. considerando che sia le cause dell'immigrazione che i suoi aspetti positivi (in particolare sull'economia e la demografia nonché l'arricchimento culturale delle nostre società) sono ampiamente assenti dal dibattito pubblico che invece si focalizza sulle difficoltà e i problemi che essa può provocare,

G. considerando che la cooperazione dell'Unione e dei suoi Stati membri con i paesi terzi d'origine e di transito in tale materia è fondamentale e che occorre condurre una politica di co-sviluppo,

Approccio generale

1. accoglie favorevolmente l'approccio della Commissione che svolge un ruolo primordiale nell'incoraggiamento di un'azione più coerente ed efficace tra gli Stati membri; sottolinea che non si potranno realizzare progressi senza l'adozione di meccanismi decisionali più efficaci al servizio di una politica europea d'immigrazione degna di tale nome, meccanismi che dovranno essere imperativamente adottati nel quadro della revisione in corso dei trattati o, se del caso, attivando la passerella prevista dall'articolo 42 TUE;

2. ritiene che l'immigrazione sia una sfida a livello europeo che esige una risposta della stessa dimensione; che è l'Unione nel suo insieme che deve dotarsi degli strumenti per cogliere la triplice opportunità economica, demografica e sociale che rappresenta l'immigrazione per le nostre società;

3. considera che la politica d'immigrazione costituisca un test per la capacità dell'Unione di condurre azioni coerenti sia all'interno che all'esterno delle sue frontiere (doppia dimensione interna ed esterna);

4. ritiene fondamentale la raccolta e l'armonizzazione di dati statistici relativi ai fenomeni migratori; invita gli Stati membri e la Commissione con Eurostat a rimediare alla penuria di dati coerenti e affidabili di concerto con la rete europea con le migrazioni (REM) e le organizzazioni internazionali quali l'OCSE;

5. sottolinea l'importanza della cooperazione allo sviluppo per agire sulle cause profonde dei flussi migratori; che questa è uno strumento complementare e non già alternativo alle politiche d'integrazione e d'immigrazione legale dell'Unione;

6. attende dalla Commissione che presenti uno studio sull'impatto del cambiamento climatico sui flussi migratori di concerto con le Nazioni Unite;

7. sottolinea che qualsiasi misure di lotta contro l'immigrazione clandestina e di controllo delle frontiere esterne debba rispettare le garanzie e i diritti fondamentali delle persone conformemente alle disposizioni sancite dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e dalla Convenzione europea di salvaguardia dei diritti umani e delle libertà fondamentali (CEDH) in particolare per quanto riguardo il diritto d'asilo e il diritto di non essere respinto alle frontiere;

8. sottolinea che occorre prendere precauzioni specifiche per quanto riguarda le donne e i bambini e più in particolare i minori non accompagnati; che essi devono beneficiare di un aiuto e di misure di protezione adeguate, in particolare in caso di provvedimenti di rimpatrio;

9. ricorda che gli immigrati clandestini non devono essere assimilati a delinquenti: molti di loro rischiano infatti la vita per venire a cercare in Europa la libertà o un sostentamento; considera che i politici sono responsabili dell'attuazione di una politica coerente ed efficace di lotta contro l'immigrazione clandestina e ricorda nel contempo ai cittadini il contributo dell'immigrazione legale al sostegno della crescita economica e demografica dell'Europa;

10. precisa nondimeno che tali misure vanno applicate nel pieno rispetto dei diritti fondamentali e in particolare del diritto d'asilo;

11. sottolinea che la gestione dei centri temporanei d'accoglienza esistenti all'interno e all'esterno dell'Unione deve essere conforme ai diritti fondamentali;

12. rivolge un appello a favore di una cooperazione rafforzata tra collettività regionali e locali nonché tra le parti sociali per lo scambio delle migliori pratiche per quanto riguarda in particolare l'alloggio, la scolarizzazione e l'accesso alle cure sanitarie;

Priorità enunciate dalla Commissione

Cooperazione con i paesi terzi

13. considera che il carattere multidimensionale dell'immigrazione esiga una stretta collaborazione con tutti i paesi terzi interessati; che le conferenze ministeriali di Rabat e Tripoli nel 2006 (alle quali il Parlamento europeo è stato rappresentato) abbiano segnato l'inizio di tale dialogo necessario tra paesi d'origine e di transito e gli Stati europei destinatari dell'emigrazione; che tale dialogo debba permettere di gettare le basi di un autentico partenariato basato sul co-sviluppo; ritiene che esso debba mirare, per quanto riguarda l'immigrazione clandestina, ad avviare o migliorare il funzionamento degli accordi di riammissione;

14. ricorda che occorre prestare una particolare attenzione all'attuazione dell'articolo 13 dell'Accordo di Cotonu, sia per quanto riguarda la riammissione che il rafforzamento delle procedure di dialogo previste dall'Accordo;

15. invita l'Unione a condurre una politica estera coerente, che garantisca in particolare la compatibilità e la convergenza degli obiettivi della politica commerciale comune e di quelli della politica di sviluppo;

16. chiede all'UE e ai governi ACP di attuare ed applicare politiche miranti a massimizzare l'impatto positivo delle consegne di fondi conseguendo flussi più cospicui, più rapidi, più economici e meglio canalizzati;

17. chiede alla Commissione di esplorare le modalità per sostenere e sviluppare adeguatamente il ricorso ai micro-crediti;

Sicurezza e gestione integrata delle frontiere esterne

18. sottolinea l'importanza del controllo delle frontiere nella lotta contro l'immigrazione clandestina; ribadisce che il controllo delle frontiere deve effettuarsi sia nello spirito di condivisione delle responsabilità e di solidarietà tra Stati membri che in condizioni di accoglienza dignitose per le persone e nel pieno rispetto del diritto d'asilo e di non respingimento;

19. ritiene che FRONTEX debba ricevere le risorse necessarie alla sua azione; invita gli Stati membri a mantenere le loro promesse di risorse logistiche ed umane in appoggio alle operazioni;

20. si compiace dell'approvazione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un meccanismo di creazione di squadre di intervento rapido alle frontiere fondato sul principio di solidarietà tra gli Stati membri;

Sicurezza dei documenti di viaggio e d'identità

21. ricorda che lo sviluppo di strumenti biometrici per rafforzare la sicurezza dei documenti debba avvenire nel rispetto della protezione dei dati, conformemente alla direttiva 95/46/CE per le attività rientranti nel primo pilastro; per quelle del terzo pilastro attende l'adozione di una decisione-quadro specifica per la quale appoggia l'azione della Presidenza tedesca;

22. ribadisce che senza una protezione adeguata dei dati personali non può prevedersi l'attuazione di un sistema automatizzato per la gestione degli ingressi e delle uscite nel territorio dell'Unione;

Lotta contro la tratta di esseri umani

23. è convinto che occorre prestare un'attenzione particolare alla lotta contro la tratta di esseri umani e agli immigrati vittime di tale traffico, in particolare le persone vulnerabili, le donne e i minori, facendo della lotta contro i trafficanti una priorità dell'Unione;

24. riconosce che molte donne vittime della tratta di esseri umani vivono come immigrate irregolari nell'Unione e che la maggioranza di loro non ha accesso ad una protezione giuridica o sociale; invita gli Stati membri a riconoscere la loro situazione e, conformemente alla loro legislazione, a facilitare il loro accesso a un titolo di soggiorno legale;

25. invita le Istituzioni, gli Stati membri ed Europol a mobilitarsi per l'attuazione del programma d'azione a medio termine di lotta contro la tratta di esseri umani calibrandola sui trafficanti, i passatori e le mafie;

La questione delle regolarizzazioni

26. ricorda che numerosi Stati hanno proceduto o hanno annunciato di voler procedere a regolarizzazioni e che tali decisioni rientrano, allo stato attuale del diritto, nel potere discrezionale degli Stati membri; è consapevole del fatto che una modifica della politica di immigrazione in uno Stato membro può influire sui flussi migratori e l'evoluzione in altri Stati membri; ritiene che conformemente ai principi di cooperazione leale e di solidarietà reciproca, gli Stati membri sono tenuti a ricorrere al sistema d'informazione reciproca (concernente le misure nazionali nel settore delle migrazioni e dell'asilo suscettibili di avere effetti su altri Stati membri o sulla Comunità) che entrerà in funzione nel 2007 per lo scambio di informazioni ed esperienze sulle migliori pratiche;

Lotta contro un fattore d'attrazione fondamentale: occupazione illegale

27. ritiene che pur trattandosi di uno dei principali fattori d'attrazione dell'immigrazione clandestina, le misure contro l'occupazione illegale siano state adottate con troppo ritardo; si compiace pertanto della presentazione da parte della Commissione di una proposta di direttiva che introduce sanzioni contro i datori di lavoro che impiegano cittadini di paesi terzi soggiornanti illegalmente nell'UE (COM(2007)0249);

28. ritiene che gli Stati membri debbano sforzarsi di far luce sull'occupazione irregolare, in particolare nei settori dei servizi domestici e della collaborazione famigliare, settori che occupano un gran numero di donne migranti; ritiene che occorra permettere alle famiglie che le occupano di trovare una soluzione giuridica che permetta la copertura sociale di queste persone;

29. sottolinea che la lotta contro il lavoro clandestino mira a ridurre l'attrattiva dell'emigrazione verso l'Unione e a ridurre l'importanza dell'economia sommersa nelle nostre economie;

30. auspica, al fine di esaminare tutte le dimensioni del lavoro clandestino (diritti economici e sociali, rispetto della persona umana, situazione economica e sociale dei settori interessati) che le commissioni competenti del Parlamento organizzino un'audizione specifica in materia;

Politica di ritorno

31. ricorda la responsabilità dei paesi d'origine e dei paesi di transito in materia di riammissione e incoraggia una politica europea di ritorno efficace e rispettosa al tempo stesso della dignità e dell'integrità fisica delle persone conformemente alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo e alla Convenzione di Ginevra;

32. chiede alla Commissione, nel quadro dell'attuazione di autentici accordi di partenariato con gli Stati d'origine e di transito dell'immigrazione clandestina, di procedere ad una valutazione della politica di ritorno (efficacia degli accordi in vigore, analisi delle cause dei ritardi nei negoziati, ecc.); invita il Consiglio e la Commissione a sviluppare, in materia di riammissione degli immigrati irregolari, accordi europei con i paesi terzi interessati; chiede alla Commissione di realizzare uno studio sull'attuazione pratica degli accordi di riammissione, compresa la loro conformità con i diritti fondamentali;

Migliorare gli scambi di informazioni mediante gli strumenti esistenti

34. invita tutti gli attori interessati a rafforzare lo scambio di informazioni includendovi, ogniqualvolta sia, necessario Frontex e Europol; considera che la cooperazione tra gli ufficiali di collegamento in materia di immigrazione sia una priorità; ritiene che il Parlamento debba essere informato regolamento degli sviluppi e dei risultati della rete ICONet;

Responsabilità dei trasportatori

35. ritiene necessaria una valutazione delle misure adottate in tale settore, in particolare dell'attuazione della direttiva 2001/51/CE e del forum creato nel 2001 e composto di rappresentanti degli Stati membri, del settore dei trasporti e delle organizzazioni umanitarie;

36. invita la Commissione e la futura Presidenza portoghese del Consiglio a tenere conto di questi orientamenti;

37. invita la Commissione e il Consiglio a partecipare ad una discussione annuale dinanzi al Parlamento sulla politica d'immigrazione dell'Unione europea; chiede alla Commissione di presentare per tale occasione una tabella di marcia corredata in particolare di statistiche sulla situazione dell'immigrazione in Europa;

38. invita la sua commissione competente a condurre un dialogo stretto e regolare con i suoi omologhi dei parlamenti nazionali incaricati delle questioni connesse con l'immigrazione e a proseguire la sua cooperazione con la commissione per le migrazioni, i rifugiati e la popolazione dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa;

39. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri nonché all'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e all'Organizzazione internazionale per le migrazioni.

Traduzione esterna

MOTIVAZIONE

Ma lui mi ha interrotto e voleva sapere come vedevo quest'altra vita.
Allora gli ho urlato: "Una vita in cui possa ricordarmi di questa".

Albert Camus, Lo straniero

Migliaia di immigrati clandestini non ricorderanno né la vita nel loro paese di origine, né quella, migliore, alla quale aspiravano. Perché sono annegati, mentre cercavano di raggiungere l'Europa. Le immagini della loro morte, che giungono senza posa nelle nostre case, mese dopo mese, rappresentano certamente il volto più visibile e più drammatico dell'immigrazione clandestina e ci rammentano che l'Unione europea deve intervenire, e presto. Sono in gioco la sua credibilità e la sua legittimità.

Altri immigrati riescono ad attraversare le frontiere aeroportuali, marittime o terrestri dell'Europa con i propri mezzi, oppure sono vittime di organizzazioni criminali, ed entrano a far parte dell'economia sotterranea delle nostre società, accettando condizioni di lavoro e remunerazioni inique e rinunciando a qualunque diritto.

La gestione e la lotta contro tali flussi migratori clandestini costituisce certamente la dimensione più delicata della politica di immigrazione globale e comune che l'Unione deve sviluppare.

L'immigrazione clandestina rappresenta una sfida a interessi politici, economici, demografici e sociali di notevole importanza e costituisce un test per la capacità dell'Unione di condurre azioni coerenti all'interno e all'esterno delle sue frontiere.

Le diverse sfaccettature di questa lotta contro l'immigrazione clandestina sollevano numerose questioni in merito alle quali la Commissione europea, nella comunicazione riguardante le priorità politiche nella lotta contro l'immigrazione clandestina di cittadini di paesi terzi, propone risposte e misure che sono oggetto della presente relazione di iniziativa.

Il Parlamento europeo ha ricordato la necessità di una strategia globale in materia di immigrazione, che tenga conto dei molteplici aspetti menzionati nel progetto di risoluzione.

Le conclusioni della Presidenza finlandese al Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre 2006 cercano di fornire una risposta a tale preoccupazione, riunendo i diversi elementi di una "politica europea globale della migrazione" che dovrebbe tradursi, quest'anno, nell'adozione di misure riguardanti: la cooperazione e il dialogo internazionali con i paesi terzi; la cooperazione tra Stati membri in materia di lotta contro l'immigrazione clandestina; la gestione delle frontiere dell'Unione; le migrazioni legali; l'integrazione degli immigrati legali; la realizzazione, entro la fine del 2010, del regime comune europeo in materia di asilo; risorse finanziarie adeguate.

Si rammenta che in questa fase le procedure decisionali in materia di immigrazione illegale (codecisione e maggioranza qualificata dall'attivazione della "passerella" dell'articolo 67 TCE il 1° gennaio 2005) e legale sono ancora eterogenee, dato che quest'ultima resta ancora in gran parte di competenza degli Stati membri. Il Parlamento si è pronunciato a più riprese a favore di un'estensione della codecisione, che rafforzerebbe la coerenza della politica di immigrazione. La risoluzione adottata dal Parlamento il 7 giugno 2007 sulla prosecuzione del processo costituzionale (sulla base della relazione degli onorevoli Barón Crespo e Brok nel quadro della commissione per gli affari costituzionali) ribadisce ancora una volta la necessità che l'Unione si doti del potere di condurre una politica coerente in materia di migrazione.



Infatti, le interazioni tra immigrazione legale e immigrazione illegale sono particolarmente numerose. Di conseguenza, una politica restrittiva in materia di immigrazione legale può portare all'intensificazione dell'immigrazione clandestina e questa, sfruttata da reti di criminali e trafficanti, segue rotte verso l'Europa che mutano nel corso del tempo in funzione delle politiche degli Stati membri.

Valutazione del contenuto della comunicazione della Commissione

Tenuto conto degli insegnamenti che è possibile trarre dall'audizione del 30 gennaio 2007 e dell'evoluzione della situazione in questo primo semestre, il relatore vorrebbe esporvi alcune osservazioni sulle priorità contenute nella comunicazione della Commissione. Esse completano il documento di lavoro presentato durante l'audizione.

- La cooperazione con i paesi terzi

Il carattere pluridimensionale dell'immigrazione esige, tra l'altro, una stretta collaborazione con l'insieme dei paesi terzi interessati.

Le conferenze ministeriali di Rabat e di Tripoli del 2006 (a cui il Parlamento europeo è stato rappresentato rispettivamente dal Presidente Cavada e dal relatore) hanno dato avvio al dialogo necessario tra i paesi di origine e di transito e gli Stati membri europei destinatari dell'immigrazione. Il dialogo deve essere finalizzato alla creazione di un partenariato effettivo con questi paesi, gettando nel contempo le basi del co-sviluppo.

La lotta contro l'immigrazione clandestina, inoltre, deve consentire di instaurare o di migliorare il funzionamento degli accordi di riammissione. Occorre rivolgere un'attenzione particolare all'attuazione dell'articolo 13 dell'accordo di Cotonou, sia per quanto attiene alla riammissione, sia in merito al rafforzamento delle procedure di dialogo previste dall'accordo. Occorre inoltre sviluppare le capacità dei paesi di origine e di transito in materia di gestione della loro emigrazione, in modo tale che dispongano delle istituzioni e dei mezzi per controllarla (amministrazione pubblica e legislazione idonee, formazione ed equipaggiamenti per le guardie di frontiera e i corpi di polizia per contrastare i trafficanti, ecc.)

Il dialogo deve proseguire e portare a risultati concreti. Nel luglio 2007, in Belgio, si terrà il Forum mondiale sulla migrazione e lo sviluppo, al quale dovrà essere rappresentato il Parlamento europeo.

- Frontiere sicure - gestione integrata delle frontiere esterne

Il controllo delle frontiere rappresenta, evidentemente, la prima condizione per contrastare l'immigrazione illegale. In sua assenza non è possibile avere una politica credibile. FRONTEX deve ottenere le risorse necessarie per agire e gli Stati membri devono mantenere la promessa di apportare i propri mezzi logistici e umani a sostegno delle operazioni. FRONTEX deve poter coordinare il dispiegamento di pattuglie di sorveglianza congiunte, che operino in maniera permanente, tutto l'anno, nelle zone considerate "ad alto rischio". Il relatore accoglie molto positivamente la creazione delle forze di intervento rapido (RABIT) e auspica che diventino operative quanto prima.

Il controllo delle frontiere deve avvenire, peraltro, in condizioni di accoglienza decorose per le persone che ne abbiano bisogno, e soprattutto nel pieno rispetto del diritto di asilo e di non respingimento.

- La sicurezza dei documenti di viaggio e di identità

La Commissione si affida allo sviluppo di strumenti biometrici per rafforzare la sicurezza dei documenti. Tali sviluppi sono utili, ma devono essere realizzati nel rispetto della protezione dei dati, conformemente alla direttiva 95/46/CE per le attività che rientrano nel primo pilastro; per quelle del terzo pilastro, il Parlamento ha insistito molte volte sull'esigenza di adottare una decisione quadro specifica (cfr. la relazione adottata su proposta dell'onorevole Roure). Senza un'idonea protezione dei dati personali, non si può prevedere un sistema automatizzato che regoli gli ingressi e le uscite sul territorio dell'Unione, come evocato nelle conclusioni della Presidenza del 2006. Il relatore si aspetta che la Commissione fornisca tutte le informazioni utili sui progetti in materia.

- La lotta contro la tratta di esseri umani

La realizzazione di un programma d'azione a medio termine di lotta contro la tratta di esseri umani deve mobilitare le istituzioni e gli Stati membri; è necessario disporre, a tale scopo, di tutti i mezzi necessari. È necessario avvalersi,per questa finalità, di EUROPOL e dell'insieme degli strumenti di cooperazione giudiziaria e di polizia in Europa.

La lotta contro la tratta di esseri umani deve essere incentrata sui trafficanti e sulle organizzazioni criminali che ne traggono profitto, evitando nella maniera più assoluta di implicare o recare pregiudizio alle vittime di tali traffici.

- Il problema delle regolarizzazioni

Come ricorda la Commissione, queste decisioni sono attualmente soggette al potere discrezionale degli Stati membri. Numerosi Stati vi hanno proceduto, vi stanno procedendo e vi procederanno. Il caso della Spagna è stato commentato ampiamente in tutta Europa, talvolta molto positivamente, in particolare in seno all'OCSE, molto spesso negativamente. Il relatore ritiene si debbano fare alcune precisazioni: il governo spagnolo aveva annunciato chiaramente che la regolarizzazione sarebbe stata unica, per evitare eventuali aumenti dei flussi migratori, "el efecto llamada". Tale regolarizzazione selettiva, che si è rivelata alquanto ampia, aveva l'obiettivo di fornire una risposta concreta ed efficace al problema rappresentato da centinaia di migliaia di persone prive di documenti che si trovavano in territorio spagnolo, di attribuire loro dei diritti e degli obblighi e di ridurre le dimensioni dell'economia sommersa. Per questa ragione la regolarizzazione è stata concessa unicamente sulla base di un contratto di lavoro, che rispondesse al fabbisogno di manodopera dell'economia. Tale politica, frutto di un accordo preventivo con i datori di lavoro, i sindacati e i rappresentanti della società civile, ha consentito di inserire circa 700.000 lavoratori legali nel sistema economico spagnolo. Un piano complessivo di integrazione degli immigrati nella società spagnolo, con una dotazione che supera i 2 miliardi di euro per il periodo 2007-2010, completa la misura adottata dal governo spagnolo.

D'altro canto, conformemente ai principi di leale cooperazione e di solidarietà reciproca, il relatore accoglie positivamente il fatto che il sistema di informazione reciproca (relativo alle misure nazionali nel campo delle migrazioni e dell'asilo che possono avere effetti su altri Stati membri o sulla Comunità) sia diventato operativo nel 2007 e che i Paesi Bassi e la Germania abbiano informato gli altri Stati dell'intenzione di procedere a regolarizzazione massicce in occasione degli ultimi Consigli GAI. La Commissione dovrebbe fornire delucidazioni in merito allo studio che intende avviare a tale proposito.

- Contrastare un fattore di attrazione cruciale: il lavoro clandestino

Il relatore esprime il proprio apprezzamento per il fatto che tale aspetto siano tra quelli analizzati più approfonditamente nella comunicazione della Commissione. Le misure in questo settore tardano, benché si tratti di una delle fonti più importanti di immigrazione clandestina e di una causa fondamentale dell'aumento dei flussi migratori summenzionato. L'annuncio della Commissione di proporre sanzioni armonizzate negli Stati membri nei confronti dei datori di lavoro clandestino (esclusione dagli appalti pubblici, sanzioni penali, pagamento delle spese del rimpatrio, ecc.) si muove nella giusta direzione.

Contrariamente a quanto sostengono spesso le correnti politiche populiste, vale a dire l'esistenza di un legame tra immigrazione e disoccupazione, occorre sottolineare come i lavoratori clandestini occupino generalmente posti di lavoro che i cittadini europei rifiutano, in particolare nel settore dell'edilizia, dell'agricoltura e dei servizi domestici. Inoltre, accettando le condizioni di lavoro peggiori e le remunerazioni più basse, contribuiscono in maniera significativa al funzionamento di taluni settori economici (in particolare stagionali) al di fuori di qualunque quadro di legalità.

La lotta contro il lavoro clandestino comprende una dimensione psicologica importante: nel cercare di ridurre i fattori di attrazione in Europa (un possibile posto di lavoro, anche in condizioni indegne dal punto di vista dei diritti fondamentali), si vuole ridurre lo stimolo a emigrare verso l'Unione e ridurre il ruolo dell'economia sotterranea nelle nostre economie.

- La politica in materia di rimpatrio

Occorre che il Parlamento adotti quanto prima la sua posizione in prima lettura sulla proposta di direttiva della Commissione. Il relatore si rammarica del fatto che i lavori del Consiglio sembrino bloccati e che l'adozione della direttiva "Rimpatrio" non rientri tra le priorità della Presidenza tedesca.

Come sottolinea il Parlamento, occorre definire a livello europeo le regole e le condizioni della politica in materia di rimpatrio, nel rispetto del diritto. L'adozione di tale direttiva, sulla base della relazione del collega Weber, è quindi necessaria per l'attuazione del Fondo.

Sarebbe utile che la Commissione procedesse a una valutazione della politica in materia di rimpatrio (efficacia degli accordi vigenti, analisi delle cause dei ritardi nei negoziati, ecc.),

- Migliorare lo scambio d'informazioni mediante gli attuali strumenti

È evidente che i numerosi soggetti interessati devono rafforzare gli scambi di informazioni, includendovi ogni volta quanto necessario a FRONTEX ed EUROPOL. La cooperazione tra funzionari di collegamento nel settore dell'immigrazione costituisce una priorità. Il Parlamento dovrebbe essere informato con regolarità di tali sviluppi, tra cui l'evoluzione della rete ICONet, e dei risultati ottenuti.

- La responsabilità dei vettori

Emerge la necessità di effettuare una valutazione delle misure adottate, in particolare per quanto attiene all'attuazione della direttiva 2001/51/CE. La Commissione fa riferimento al forum istituito nel 2001, comprendente i rappresentanti degli Stati membri, del settore dei trasporti e delle organizzazioni umanitarie.

Conclusioni

In aggiunta alle osservazioni esposte in precedenza, il relatore sottolinea quanto segue:

- l'immigrazione clandestina è una sfida europea, che deve essere affrontata a livello europeo in modo coordinato e all'insegna di uno spirito di solidarietà, di responsabilità condivisa, di trasparenza e di fiducia reciproca tra gli Stati membri. la solidarietà deve essere manifestata, in particolare, nei confronti delle zone del sud e dell'est dell'Unione, che devono far fronte attualmente ai flussi di immigrati clandestini più importanti;

- la necessità di attuare la "passerella" dell'articolo 67 TCE per rendere la politica d'immigrazione dell'Unione europea più coerente e maggiormente efficace;

- l'eterogeneità dei problemi in causa, che la comunicazione della Commissione ben rispecchia. La risposta a tale diversità deve risiedere in un approccio globale, caratterizzato in particolare da:

· un controllo delle frontiere efficace ed equilibrato, attraverso condizioni di accoglienza decorose e conformi al diritto;

· una cooperazione stretta con i paesi di origine e di transito, compreso il controllo alle frontiere di tali paesi e l'attuazione di accordi di riammissione;

· una politica di co-sviluppo che riduca le cause dell'emigrazione da tali paesi, mediante il finanziamento e il sostegno di progetti concreti. Occorre valorizzare gli esempi migliori di successi ottenuti negli ultimi anni;

· una lotta decisa contro il lavoro clandestino in Europa;

· uno studio dettagliato dei fattori che provocano l'immigrazione clandestina e dell'influenza che i cambiamenti climatici possono esercitare sui flussi migratori;

· un'esecuzione degli stanziamenti di bilancio nettamente superiore a quella degli ultimi anni.

Il relatore sottolinea, infine, semmai ve ne fosse bisogno, che gli immigrati illegali non devono essere assimilati a criminali: si tratta di persone che rischiano la vita per venire a cercare in Europa la libertà o i mezzi di sostentamento. È responsabilità dei politici, uomini e donne, rammentarlo ai cittadini, attuando nel contempo una politica complessiva, coerente ed efficace di lotta contro l'immigrazione clandestina.

[1] Conclusioni del Consiglio europeo, allegato I, punto III.

[2] GU C ´124 E del 25.5.2006, pag. 535.

[3] Testi approvati in tale data, P6_TA(2006)0386.

[4] Testi approvati in tale data, P6_TA(2007)0056).

[5] GU L 283 del 14.10.2006, pag. 40.

[6] Testi approvati in tale data, P6_TA(2007)0065.

[7] Testi approvati in tale data, P6_TA(2007)0162.



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Mercoledì, 27 Giugno 2007 - parlamento europeo.


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