I principali indicatori del Dossier Statistico Immigrazione 2008
Anche quest'anno la Caritas/Migrantes ha presentato i risultati del rinomato Dossier Statistico, giunto alla
diciottesima edizione. Come avviene ad ogni pubblicazione, l'indagine non manca di proporre spunti di riflessione
su alcune delle dinamiche più importanti che caratterizzano lo sviluppo del fenomeno migratorio, sia dal punto di
vista dei flussi di ingresso, sia dal punto di vista delle molteplici sfumature che caratterizzano la progressiva
integrazione degli immigrati nel contesto della società italiana.
Proprio considerando quest'ultima dinamica, l'equipe del Dossier si contraddistingue per lo sforzo di evidenziare,
anno per anno, quegli indicatori che emergono come tratti nuovi di un insediamento socio-culturale sempre più marcato.
Cerchiamo di sintetizzare alcuni dei risultati più significativi.
Anzitutto il dato quantitativo che, alla fine del 2007, si attesta, con un margine di oscillazione,
tra i 3.800.000 e i 4.000.000 di individui tra comunitari e non, con un' incidenza sulla popolazione complessiva
del 6,7% circa con picchi del 14% e del 10% rispettivamente a Milano e Roma. All'interno di questo corposo universo,
si segnala la sostanziale parificazione della presenza per genere, l'affermarsi di una permanenza di lungo
periodo - contrassegnata dall'acquisizione delle carte di soggiorno che danno luogo ad un soggiorno stabile - il
carattere sempre più famigliare dell'inserimento sociale, con una forte incidenza delle nuove generazioni, testimoniato,
anche, dal crescente investimento degli stranieri sulla casa (solo nel 2007 gli acquisti di immobili sono stati
circa 120.000). Cresce sensibilmente, dato importante, l'incidenza dei migranti provenienti da quei Paesi di nuova
acquisizione Ue - Romania e Bulgaria in testa.
Per quanto riguarda i flussi di ingresso (che riguardano gli extracomunitari), nel periodo 2005-2007 sono state
circa 1 milione e 500.000 le domande per il nulla osta al permesso di soggiorno: 251.000 nel 2005, 520.000 nel 2006 e
741.000 nel 2007. Rispetto a queste ultime 741.000 istanze, è utile ricordare che la quota prevista dal Decreto
Flussi era di 170.000 ingressi, lasciandoci così intuire come la gran parte delle domande in esubero, cui il
Governo vuole attingere per il 2008, rappresentano segmenti di manodopera che già produce nel mercato del lavoro
sommerso, cercando in tal modo di emergere da una situazione di non riconoscimento giuridico della propria presenza,
così come dei più elementari diritti che gravitano intorno alla dignità della persona.
Il mercato del lavoro regolare registra una presenza che si attesta vicino ai due milioni di subordinati, a prescindere
dalla natura del rapporto contrattuale, con un' incidenza sul totale della popolazione effettivamente attiva
che supera il 10% in diversi distretti produttivi. Nel bresciano, per esempio, è nato all'estero un lavoratore
ogni cinque occupati, a Milano uno su sette. L'incidenza dei lavoratori immigrati - il cui impiego si caratterizza
anche per l'età media di molto inferiore a quella italiana - diventa ancor più significativa se si considerano le
nuove assunzioni che rappresentano i due terzi della crescita occupazionale - 234.000 persone in più nel 2007,
secondo i dati rilevati negli archivi Inail. Altro dato rilevante, per quanto riguarda il mondo del lavoro,
è l'incremento della capacità imprenditoriale degli stranieri con 165.114 titolari di imprese e/o attività commerciali,
anche qui, con una dinamica più vivace di quella degli italiani.
Una delle dimensioni di cui bisognerebbe cominciare a prenderne in considerazione la portata, anche a livello sociologico,
è quella del progressivo manifestarsi del processo migratorio come evento che trascina con se una grande diversità culturale.
Abbiamo, dunque, 594.133 alunni stranieri nelle scuole primarie, con un aumento annuale di 70.000 unità ed in continua
crescita. 45.000 giovani nelle università, con 5.000 nuovi laureati l'anno. Come sappiamo la scuola è un tema caldo
anche nell'attuale dibattito politico. Della eterogeneità culturale delle molteplici nazionalità presenti sono
testimonianza le lingue, le religioni e tradizioni che determinano un intenso e continuo scambio con i paesi di
origine ed anche con la nostra realtà sociale. Gli stranieri migranti risultano molto vivaci anche nel settore
della comunicazione con 146 testate ed 800 operatori.
In conclusione, si conferma il leitmotiv veicolato già da molto tempo, ovvero della necessità di considerare questo
fenomeno come realtà, non più provvisoria, bensì strutturale, quindi, da affrontare con elementi di policy in grado
di smascherare alcuni dei più tenaci luoghi comuni che caratterizzano il dibattito pubblico italiano su questo argomento.
di Andrea Villa - Dottore in Sociologia, autore e studioso in materia di immigrazione
29/11/2008